1- Cospargersi di sangue finto ed entrare nella sala d’attesa del pronto soccorso esclamando “ho l’ebola! Aiutatemi!”
e in questo modo scatenare la fuga disordinata di tutti i presenti, farsi assegnare il codice rosso e alla fine dichiarare di essere lì per un pelo incarnito che, mannaggia, non vuole uscire;
2- Andare dal medico di base, puntargli una pistola giocattolo e dire “non chiamare la polizia: la mia è solo ansia
voglio il tuo blocchetto delle ricette mutuabili. Adesso, bastardo!”;
3- Prendersi una serata intera per ingerire tutti i cibi e tutte le bevande che di solito provocano fastidi intestinali
e buttare giù anche oltre l’avvenuta sazietà e i primi segni di disagio;
4- Passare intere settimane a guardare Grey’s Anatomy, Dr. House e Malattie misteriose a rotazione, tutte le stagioni e tutte le repliche
senza mai uscire di casa e nutrendosi solo di pasti frugali, bibite e fumando due pacchetti di sigarette al giorno, in condizioni igienico-sanitarie pessime perché tanto quando si deve oziare non esiste voglia nè tempo di lavarsi e sterilizzarsi;
5- Denunciare Google per danni morali
dopo aver trascorso l’esistenza a chiedere consulti virtuali dal motore di ricerca, ergo citare anche Medicitalia e Mypersonaltrainer e dichiarare la propria ipocondria come aggravata dai loro contenuti;
6- Recarsi presso un’agenzia funebre e prenotare una bara
dotata di sistemi di sicurezza che consentano di telefonare al 118 anche da morto;
7- Telefonare a Franco Battiato e farsi cantare in diretta La cura
e alla frase “ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie” insultarlo con foga e riattaccare di prepotenza;
8- Chiedere un’udienza a Carlo Verdone e ricevere da lui ogni tipo di consulto
per poi confessargli di essere suo figlio;
9- Leggere al contrario il foglietto illustrativo di un farmaco come fosse un messaggio satanico
e scoprire con meraviglia che gli effetti collaterali si trasformano in benefici;
10- Spingere per introdurre la frase “è solo ansia” nella categoria dei crimini contro l’umanità
perlomeno non sarà una malattia a portare il nostro nome, ma una legge.